GIULIO BORRELLI ALLA V EDIZIONE DEL FESTIVAL

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Il giornalista d’origine abruzzese Giulio Borrelli (RAI TG1) sarà alla V edizione del festival. Domenica 22 agosto, alle ore 18:00, introdurrà il suo libro testimonianza ‘Le mani sul TG1. Da Vespa a Minzolini:l’ammiraglia RAI in guerra’.

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L’AUTORE

Giulio BORRELLI (abruzzese, sessantenne) è tra i più conosciuti e stimati giornalisti italiani. Inviato speciale, conduttore della principale edizione del TG1, saggista. È stato direttore della testata ammiraglia da giugno 1998 a giugno 2000. Da 10 anni è il capo dell’ufficio di corrispondenza degli Stati Uniti d’America. Era a New York il giorno dell’attacco alle Torri Gemelle. Ha raccontato i più importanti eventi internazionali degli ultimi due lustri come corrispondente del TG1. Dopo tanti anni di lavoro in un privilegiato osservatorio professionale, conosce – come nessun altro – la vita e i risvolti del telegiornale più seguito dagli italiani.

IL LIBRO

Negli ultimi mesi è esploso il “caso TG1”. Ne parlano, a torto o a ragione, tutta la stampa nazionale e quella internazionale. Sui social network (Facebook, Twitter) si sta sviluppando una discussione, senza precedenti, sulla linea editoriale del più amato e odiato telegiornale italiano. Vi partecipano centinaia di migliaia di persone di ogni orientamento. Nessuno ha raccontato finora la vera storia di questa testata. Il libro di Giulio Borrelli svela, per la prima volta, in modo documentato, meccanismi interni, retroscena, episodi sconosciuti o rimossi. Il lettore trova fondamentali elementi di analisi e di interpretazione per comprendere le logiche di funzionamento della testata ammiraglia, legate non solo alla politica. La chiave narrativa – come si capisce fin dalle prime pagine – è assolutamente originale. “Si è mai chiesto nessuno – domanda Borrelli nell’introduzione – perché, negli ultimi quindici anni, ben sette dei 10 direttori del TG1 siano giornalisti esterni alla RAI con scarsa esperienza del mezzo televisivo e nessuna conoscenza dei criteri di gestione di un servizio pubblico di informazione?”. Il racconto – attraverso anche una testimonianza autobiografica – fornisce una spiegazione motivata e convincente dell’azione svolta, da metà degli anni Novanta ad oggi, da quelle che l’autore chiama “lobby politico-editorial-giornalistiche”.

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