Il filosofo Gianni Vattimo terrà il 20 agosto una Lectio Magistralis dal titolo “L’opera e il (suo) mondo” .
Partendo dalla tesi di Heidegger secondo cui l’opera d’arte apre un mondo e produce la terra, si cerca di applicarla al discorso del romanzo. Anzitutto constatando che la forza con cui un romanzo si impone al lettore consiste nel presentargli, insieme alla vicenda specifica narrata, un mondo dentro cui essa accade. E quanto più questo mondo è definito tanto più il racconto si impone al lettore, al punto di far si che anche lui ne diventi un abitante . Una simile riflessione nasce, per esempio, dalla considerazione del successo della narrativa degli ebrei americani, da Malamud a Roth e simili. Un racconto ha bisogno, si direbbe, di una comunità di riferimento, se no resta un esercizio astratto. Naturalmente, queste considerazioni si possono applicare con profitto alla narrativa di un emigrato come John Fante. O anche a un romanzo come L’uomo senza qualità di Musil. Magari ponendosi il problema di Joyce. E cercare di ampliare il discorso guardando al rapporto tra il mondo dell’opera e il mondo in generale.John Fante Festival 2024, il racconto
Grande successo per la XIX edizione del John Fante Festival “Il dio di mio padre”, dal tema “Radici e ritorni”, diretto da Giovanna Di Lello. Un pubblico vastissimo ha seguito…